Il nostro benessere dipende moltissimo dall’equilibrio raggiunto fra quantità dei microrganismi, biodiversità e proporzioni tra le varie specie. Dipende molto anche dalle nostre caratteristiche genetiche che ci rendono simili, ma unici. L’equilibrio microbico intestinale che dà benessere al sig. Rossi, quindi, potrebbe dare malessere al sig. Bianchi.
PREBIOTICI E PROBIOTICI
L’International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics (ISAPP), organizzazione scientifica che ha il ruolo fondamentale di fornire raccomandazioni e linee guida riguardanti i probiotici e i prebiotici, definisce i prebiotici come “substrati alimentari che promuovono selettivamente la crescita e/o l’attività di una o più specie batteriche benefiche, già presenti nel tratto intestinale dell’ospite”.
I prebiotici sono sostanze nutritive per i probiotici definiti dall’ISAPP COME microrganismi vivi che, quando ingeriti in quantità adeguate, conferiscono un beneficio alla salute dell’ospite.
Cos'è la disbiosi intestinale?
La disbiosi intestinale è una condizione infiammatoria cronica e ingravescente che origina nel nostro intestino caratterizzata da uno squilibrio nella composizione del microbiota.
Associati alla presenza di sintomi, possiamo riscontrare un ridotto o aumentato numero di microrganismi, una riduzione della biodiversità e/o un’alterazione della proporzione tra le specie.
Ogni cellula, organo e apparato del nostro corpo, subisce un lento, progressivo indebolimento quando è presente una disbiosi intestinale. Nella disbiosi intestinale, quindi, il microbiota squilibrato composto da una maggioranza di microrganismi dannosi, altera il nostro benessere e danneggia la nostra salute, in due modi:
1) producendo un insieme di molecole (metaboloma) proinfiammatorie, ossidanti e tossiche per le cellule;
2) riducendo l’apporto di vitamine, sostanze nutritive per la cellula e di molecole antinfiammatorie, antiossidanti e protettive prodotte normalmente dai microrganismi nostri alleati che vengono gradualmente soppiantati.
Sintomi della disbiosi intestinale
Soggetti apparentemente sani, ma fumatori, o sedentari, o in sovrappeso o obesi, o stressati per qualsiasi motivo, ma anche persone affette da qualsiasi tipo di malattia, iperglicemia, diabete mellito, ipercolesterolemia, iperuricemia, anemie, tumori, cardiopatie, problemi autoimmunitari, endocrini, psicologici, neurologici, intestinali o di qualsiasi tipo; che riferiscono uno o più di questi sintomi: fatica cronica, facile stancabilità, umore alterato, stipsi, dispepsia (cattiva digestione), gonfiore e/o dolore addominale, tremore, disturbi del sonno, stress, crisi di pianto, demotivazione agli atti quotidiani, alterati rapporti familiari e sociali, scarsa autostima, conflittualità in famiglia e/o sul lavoro, dolori articolari, pelle rugosa, unghie fragili, cefalea, capelli sfibrati.
Le alterazioni della composizione del microbiota intestinale sconfinano in ambito psicologico. Infatti, la disbiosi intestinale è presente nei disturbi dello spettro autistico, negli stati ansiosi, nella depressione, nel dolore cronico e nel decadimento cognitivo in fase geriatrica.
Anche le malattie muscolo-scheletriche, tipiche della fase geriatrica, come l’artrosi, sono peggiorate e facilitate nell’insorgenza e nella prognosi, dagli squilibri del microbiota intestinale che provocano infiammazione cronica e scarso apporto di nutrienti di qualità.
La disbiosi intestinale, inoltre, contribuisce allo sviluppo di infezioni genito-urinarie, vaginiti batteriche e disturbi delle vie urinarie che possono essere direttamente causate da batteri provenienti dall’intestino come, ad esempio, l’Escherichia coli.
Aggiungo che anche le dermatiti, le dermopatie, le malattie infiammatorie sistemiche e ogni tipo di malattia viene facilitata dalla disbiosi intestinale.
Tali sintomi, sono presenti in maniera crescente con il progredire della disbiosi intestinale e precedono lo sviluppo di malattie sempre più gravi.
Le persone, erroneamente, li associano a fattori diversi, spesso esterni alla propria persona e non immaginano che siano legati a qualcosa che è dentro il proprio intestino. Non sanno che il proprio microbiota si è squilibrato e dentro di sé coltivano “nemici”, “opportunisti”, “patogeni”, che sottraggono benessere al nostro organismo per il proprio benessere. Sono microrganismi che da anni, talvolta decenni, producono molecole ossidanti, infiammatorie, nocive, tossiche che in modo lento, ingravescente e subdolo, lo stanno facendo ammalare.
In questa fase di inconsapevolezza del paziente, è molto più difficile per il nutrizionista o il medico, convincere l’interlocutore che non basta una semplice riduzione dell’apporto calorico per avere i massimi benefici, ma bisogna arrivare a un vero cambiamento dello stile di vita e del regime alimentare, aderendo a una dieta microbiomica che contrasti la disbiosi intestinale, con l’aggiunta di probiotici in abbondanza e prebiotici per alimentarli e produrre postbiotici salubri che riparino e rinforzino il nostro corpo (per postbiotici si intendono i prodotti dei microrganismi probiotici). In ogni malattia risulta sempre difficile stabilire se la disbiosi sia la causa o la conseguenza, ma di certo, l’instaurazione di circoli viziosi microbioma-malattia, peggiora la prognosi.
Meccanismi di azione della disbiosi intestinale
Sono molteplici i meccanismi con cui la disbiosi intestinale provoca danno alla funzione cellulare e degli organi e causa o peggiora la prognosi di tutte le malattie. Principalmente sono riconducibili a due meccanismi fondamentali: 1) progressiva riduzione fino alla completa mancanza di sostanze nutritive, antinfiammatorie, antiossidanti, coadiuvanti la fisiologia cellulare (vitamine, oligoelementi, acidi grassi a catena corta, aminoacidi essenziali ecc) 2) progressivo aumento di molecole tossiche per la cellula, ossidanti, proinfiammatorie, ostacolanti la normale fisiologia cellulare.